Simon Reynolds ci racconta “Retromania”
Ogni volta che Simon Reynolds fa uscire un nuovo saggio, desta scalpore: le brillanti intuizioni del giornalista musicale britannico, da un paio di anni di stanza a Los Angeles, danno spesso il “la” ad accese discussioni, fanno scoprire e riscoprire band o periodi della storia della musica dimenticati o sottovalutati.
Nel caso di Retromania, però, uscito da poco per ISBN Edizioni, le critiche sono state molte e accese: la tesi al centro del libro (riassumendo: il rock/pop degli ultimi anni riprende, rivisita e rilegge il passato, più che tentare qualsiasi tipo di innovazione) ha suscitato molte polemiche, aumentando al tempo stesso ancora di più il “culto” intorno all’autore.
Come già era accaduto altre volte, Maps ha chiacchierato con Reynolds proprio di Retromania: l’intervista (che qui trovate anche in versione originale) verrà trasmessa oggi pomeriggio e voi potrete vincere una copia del libro. Come? Ascoltateci, dalle 1535!
[...] delle riflessioni dell’autore britannico è fuori discussione.)Qualche giorno fa MAPS ha intervistato Reynolds e ora, dopo aver ascoltato le risposte dalla sua viva voce, grazie agli infaticabili Jonathan [...]
[...] introdurre questo pezzo con un accenno all’ultimo saggio di Simon Reynolds, ma dato che qualcuno ci ha pensato prima di me, ho preferito evitare. Aggiungo solo una cosa a [...]
[...] come retaggio del passato. Perché, il pop non lo è? Rinviamo, ancora una volta, quanto meno ai temi tirati fuori da Simon Reynolds in Retromania. E poi: perché pop equivale a disimpegno musicale? [...]